Gli Amici della Terra appoggiano il DM del Governo sugli inceneritori.

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Roma 31 Agosto 2015

La presidente Tommasi:Primo passo per superare l’emergenza rifiuti. Necessaria più trasparenza sulle gestioni che esportano i rifiuti urbani e sul loro costo”.

Roma, 31 agosto 2015. La dotazione infrastrutturale di inceneritori indicata dallo schema di decreto ministeriale, emanato dal Governo in attuazione dell’articolo 35 della legge “Sblocca Italia”, costituisce la premessa per il conseguimento stabile dell’obiettivo del 65% di raccolta differenziata e soprattutto dell’obiettivo del 50% di effettivo riciclaggio del rifiuto differenziato. Lo dimostrano i dati delle gestioni più avanzate in Italia (Lombardia, Emilia Romagna, Trento e Bolzano) e in Europa (Austria, Germania, Svezia, Olanda, Danimarca). Chi si oppone alla realizzazione degli inceneritori nel quadro proposto dalla bozza del Governo in nome dei cosiddetti “rifiuti zero” si rende complice del processo di degenerazione del sistema di gestione dei rifiuti basato sull’uso abnorme delle discariche e sull’esportazione dei rifiuti, compresi i danni e i costi che ciò implica.

Gli Amici della Terra considerano lo schema di DM, attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni, un primo passo positivo (anche se in grave ritardo) verso una buona gestione dei rifiuti urbani e ne auspicano la rapida approvazione. Infatti, la logica dell’emergenza, dei commissariamenti e dei rinvii praticata fino ad oggi, ha ridotto una gran parte dell’Italia ad uno stato di mortificante degrado, sia per ciò che riguarda il decoro degli spazi pubblici, sia per la crescita di discariche controllate e incontrollate. Soprattutto, la paura degli amministratori di affrontare il tabù dell’incenerimento ha consentito l’avvio e la crescita dello scandaloso fenomeno dell’esportazione dei rifiuti urbani all’estero da parte delle realtà italiane più arretrate, Capitale compresa.

La bozza del provvedimento presenta un quadro di sintesi del sistema di smaltimento dei rifiuti urbani che evidenzia i ritardi e le responsabilità delle Regioni nella dotazione degli impianti: al nord c'è ancora carenza di inceneritori in Veneto e in Piemonte e assenza totale di impianti in Liguria. Nel centro emerge una residua necessità per la Toscana e la totale assenza di impianti in Umbria e nelle Marche. Nel sud, c'è un elevato fabbisogno di impianti di incenerimento in Campania, in Puglia, in Abruzzo e, soprattutto, in Sicilia che fa ricorso totalmente alle discariche.

La gravità della situazione, in particolare nelle Regioni meridionali, richiede l’intervento del Governo che superi il processo di deresponsabilizzazione dei governi locali inadempienti.

Monica Tommasi, Presidente degli Amici della Terra, dichiara: “E’ necessario che, oltre ai dati sul fabbisogno di incenerimento forniti dalla bozza di DM, il Governo renda trasparenti anche i flussi di esportazione di rifiuti urbani e i relativi costi per i cittadini, una vergogna di cui c’è poca consapevolezza nell’opinione pubblica e nelle comunità locali interessate, che facilita il comportamento irresponsabile di governi locali e regionali”.

RASSEGNA

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