Togliere subito lo zolfo dalle acque della Sardegna, si può.



La proposta, contenuta nella Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata con decreto interministeriale lo scorso 10 novembre, è stata sottoposta ad ampia consultazione pubblica trovando largo consenso e nessuna opposizione. La SEN non ha però indicato la data di entrata in vigore di questa proposta che, ad avviso di Amici della Terra e ConferenzaGNL , può essere adottata immediatamente.

L’utilizzo del “gasolio 0,1%”, che le navi hanno già a bordo perché obbligatorio nei porti, è la soluzione disponibile da subito. Per ridurre, oltre allo zolfo, anche le polveri sottili, l’azoto e la CO2, si potrà, in seguito, provvedere all’adozione di combustibili alternativi ai prodotti petroliferi, come si sta già facendo nei Mari del Nord Europa e del Nord America dal 1 gennaio 2015.

Il quadro normativo europeo e nazionale lascia le singole nazioni libere di decidere l’adozione del limite di zolfo dello 0,1% (Direttiva 2012/33/UE e Decreto legislativo di recepimento 16 dicembre 2016, n. 257) e non ci sono ostacoli tecnici per la sua entrata in vigore fin dai prossimi mesi.

L’emendamento, che potrebbe essere introdotto nella Legge di Bilancio 2018, è sufficiente che preveda “il divieto nelle acque territoriali, nelle zone economiche esclusive e nelle zone di protezione ecologica della Regione Sardegna, a bordo di navi di qualsiasi bandiera, l’utilizzo di combustibili per uso marittimo con un tenore di zolfo superiore allo 0,10% in massa dal 1 luglio 2018”. L’entrata in vigore al 1 luglio 2018 è opportuna per motivi commerciali (sei mesi di tempo per l’acquisto di maggiori volumi di gasolio 0,1%).

 

 
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La raccolta degli scritti più significativi dell’esperienza ambientalista di Mario Signorino consente di ripercorrere oltre 40 anni di storia degli Amici della Terra, una delle prime associazioni ecologiste italiane, protagonista di una stagione di battaglie e di conquiste epocali, dall’opposizione al nucleare al completamento del sistema di governo dell’ambiente in Italia. Il filo conduttore della storia è la lotta per l’affermazione di una politica riformista per l’ambiente capace di superare gli storici divari del Paese e di realizzare davvero uno sviluppo sostenibile responsabile verso il pianeta, i suoi abitanti e il suo futuro.

 

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